Sardegna tra turismo e futuro. Il progetto Galusè
Galusè e Sardegna. Un Progetto sognato nel centro dell’Isola più affascinante del Mediterraneo
Quando si è nati in un piccolo paese da grandi si scoprono passatempi e svaghi che durante l’infanzia non si immaginavano neppure. Il cinema, lo stadio, la discoteca o semplicemente i mezzi pubblici per girare tra i rioni non esistevano. La scuola elementare e media era fatta da due o tre sezioni per anno, le maestre erano le stesse che si incontravano la domenica a messa (e la mia controllava pure che andassimo, a messa). Il catechismo era un altro luogo d’incontro, sempre con le stesse persone.
La primavera, in un paese di montagna, era il momento delle feste, delle sagre, degli alberi in fiore, del profumo forte della campagna. Era la stagione che consentiva di togliere di dosso le maglie pesanti e di godere del clima più mite.
Poi arrivava l’estate con le ciliegie, le fragole e la scuola che finiva. Giornate intense con notti stellate, meravigliosi tramonti e tanto tempo trascorso all’aria aperta.
L’autunno rappresentava la vendemmia, i pranzi festosi con i parenti nella vigna. Era la raccolta delle nocciole, delle noci, dei fichi con i nonni. Le giornate che si accorciavano e i colori accesi trasformavano i monti.
L’inverno era il tempo del camino con il fuoco e le castagne arrosto, del Natale con i dolci indimenticabili delle nonne…quelli che poi cerchi per tutta la vita e non ritrovi mai più! L’inverno era la raccolta del muschio per la preparazione del Presepe, il freddo pungente, le notti trascorse a sognare la neve e soprattutto la chiusura delle scuole il giorno dopo!
Era tutto uguale, tutto pronto a ripetersi nella monotonia più assordante. Il mondo, quello vero e interessante, sembrava essere quello silenzioso delle grandi città, del traffico, della totale assenza di tempi vuoti e di noia. Quello veloce dei ritmi inumani che tengono svegli, quello che non ti permette di pensare e neanche di fermarti. Ricco di bellissime auto, strade larghe con bei negozi e passeggiate molto diverse da quelle che si facevano in campagna con gli amici, regolato da leggi e prassi che neanche si riescono a capire ma che sembrano essere le uniche in grado di gestire la vita che fugge. Quella del paese era quasi una realtà di serie B e noi, bambini cresciuti nel Patria del sole e del gioco del calcio, volevamo stare in serie A.
Oggi anche i piccoli centri son cambiati. In un pianeta sempre più globalizzato i capi d’abbigliamento firmati, i negozi gestiti da extracomunitari, i cellulari che sostituiscono le carte nei tavoli dei bar, i centri estetici che colorano i volti in pieno inverno si trovano in Sardegna come in Minnesota, a Tonara, il mio paese, come a Minneapolis.
Eppure, a ben vedere, non tutto è mutato. Tanto si è conservato intatto, quasi a ribellarsi all’uomo che crea sempre mille e affascinanti percorsi ma, alla fine, per star bene si rifugia in riva al mare per godere di un tramonto o in mezzo al bosco ad osservare la neve cadere lenta. Il camino e la legna continuano ad esistere, basta solo un fiammifero per riaccendere il fuoco e cuocere le castagne con gli amici. Le ciliegie, durante l’estate, continuano a maturare così come la vigna dovrà essere vendemmiata in autunno. I cavalli e le bici possono ancora esplorare la campagna. L’odore forte dell’erba non è mai cambiato. La luna illumina sempre il mare e i volti degli innamorati che la guardano. Tante emozioni che i tempi moderni ci inducono spesso a scordare sopravvivono e, fortunatamente, allieteranno ancora tante generazioni.
Quando diversi anni fa iniziai il mio percorso lavorativo nel settore turistico, rimanevo colpito dal formidabile patrimonio che invadeva la nostra quotidianità. Un autentico tesoro fatto di paesaggi, sapori, storia, tradizioni, usi e costumi. Rivalutavo la bellezza di cose che erano sembrate troppo semplici, quasi banali: i festosi pranzi in campagna con gli amici, le serate trascorse a preparare i dolci, la vendemmia o le lunghe chiaccherate in compagnia dei nonni.
La ricchezza, quella vera, sembrava assumere un aspetto diverso da quello immaginato da bambino. Sparivano le macchine, i rumori.. il superfluo. Rimaneva qualcosa che stordiva e conquistava. Pensai sarebbe stato affascinante condividere quelle sensazioni con i nostri ospiti, quei turisti viaggiatori arrivati per esplorare un’Isola.. che è molto più di un Continente. Cominiciai, in tal modo, a progettare un modo nuovo di vivere la vacanza ed il soggiorno organizzato in Sardegna dove il mare, o fors’anche il proverbiale orgoglio di chi ci abita, ha avuto il merito di preservare un tesoro di emozioni.
Galusè nasce con questo obiettivo ambizioso: costruire ed offrire un Viaggio per conoscere e sognare!
Marco Sulis, responsabile Tour Operator Galusè